Gay & Bisex
Io e Andrea - Un Ferragosto particolarmente strano
di Difficilissimo
10.09.2012 |
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"- Pier non mi fermare col discorso, ti devo dire una cosa..."
Non era stata certo una grande idea quella di confessare ad Andrea la mia storia con Pier. Non era un ragazzo pronto a capire queste cose, era troppo freddo e troppo abituato a semplificare ogni cosa per poter comprendere a pieno quello che stavo passando io. E di fatti nei giorni subito successivi notai che Andrea era notevolmente strano nei miei confronti, capitarono altri incontri, per lo più in macchina, ma non sembrava preso come prima e inoltre mi lanciò un paio di battutacce che mi fecero gelare il sangue davanti agli altri, che per fortuna non sapendo nulla non capirono. Giunse intanto il giorni di Ferragosto e, come da tradizione, la nottata in spiaggia. Io l’avrei passata col mio gruppo di amici, quindi ovviamente anche con Andrea mentre Pier avrebbe fatto lo stesso con i suoi amici ad una certa distanza dalla porzione di spiaggia scelta da noi. Eravamo un gruppetto piuttosto numeroso e anche ben organizzato, per cui trascorremmo la prima parte della nottata in totale tranquillità, mangiando e bevendo a volontà e fondamentalmente divertendoci. Andrea come al solito, come da carattere, stava piuttosto sulle sue, ogni tanto scambiava qualche battuta con qualcuno del gruppo ma non sembrava mai trovarsi a proprio agio in queste situazioni, almeno da quello che esternava. Ad una certa ora, sul tardi, dopo avermi presso che ignorato per tutto il tempo, mi si avvicinò e mi chiese se volevamo andare a fare una passeggiata sulla riva del mare in modo da andare a vedere come procedevano le altre nottate. Accettai subito e mentre ci recavamo in riva mi domandò da che parte faceva la nottata Pier e io indicai in direzione Nord e lui sorridendo mi disse “Benissimo, allora andiamo a Sud”. Camminammo per una decina di minuti quasi in silenzio, come era abitudine quando si stava con lui, poi improvvisamente mi guardò e mi sussurrò:- Oh io c’ho voglia, ti va di scopare? – senza troppi fronzoli e spinto dal coraggio dell’alcool.
- Si che mi va ma dove ci mettiamo? È pieno di gente ovunque e sui lettini è rischioso
- Buh dove possiamo andare? – mi chiese senza mostrare troppa originalità
Capì che avrei dovuto prendere in mano io la situazione perché altrimenti non avremmo ricavato un ragno dal buco vista la sua maniera passiva di affrontare le difficoltà. Per cui lo presi per il braccio e lo trascinai in direzione di uno chalet chiuso, dove comunque in spiaggia c’era gente accampata con fornacelle e tende. Giunti alle cabine ne forzai una cercando di fare meno rumore possibile e riuscì dopo qualche tentativo ad aprirla e ci infilammo là dentro. Eravamo al culmine dell’eccitamento, lo feci poggiare con le spalle al muro e gli infilai la lingua in bocca. Ci baciammo con una foga incredibile, si capiva lontano un miglio che entrambi avevamo una voglia folle l’uno dell’altro e lui forse ne aveva ancora più di me da come si muoveva. Non perse tempo e portò subito una mano sul mio pacco, iniziando a strusciare il palmo con la giusta forza e provocandomi un intenso brivido di piacere al solo contatto. Intanto iniziammo a spogliarci, ci togliemmo le maglie e le buttammo a terra, restando a petto nudo, poi ci abbassammo senza troppi complimenti i pantaloncini da mare e le mutande. Eravamo tutti nudi uno di fronte all’altro e nessuno dei due sembrava voler terminare quel fantastico momento. L e nostre lingue rimanevano intrecciata in un appassionante bacio e le nostre mani ispezionavano curiose i corpi l’uno dell’altro, in tentativo misto di dare piacere al partner ma allo stesso tempo di provare a toccare più parti possibili. Dopo non so quanti minuti di quel bacio mi staccai a tentai di scendere verso il basso per arrivare alle sue parti intime ma Andrea mi fermò e mi disse che non era ancora il momento, riportandomi alla sua bocca. Era molto più romantico del solito e il gesto di fermarmi da un pompino, al quale non riusciva mai a resistere, mi aveva fatto pensare che volesse prolungare all’infinito quel momento. Con la mano destra iniziò a segarmi l’uccello mentre con la sinistra mi perlustrò il buco del sedere. Stavo impazzendo di piacere e lui se ne accorse furbescamente e aumentò la velocità delle sue dita nel mio culetto. Quando si accorse che ormai stavo perdendo il controllo, che le mie gambe iniziavano ad allargarsi e a tremare, pensò bene che quello fosse il momento ideale per parlarmi, così senza smettere mai di lavorare di mano mi sussurrò all’orecchio:
- Ho voglia di fare una cosa a tre con Pier, ti prego organizza.
Rimasi assolutamente di ghiaccio, non riuscivo a capire il motivo visto che l’aveva sempre odiato e provai a chiedere spiegazioni ma lui mi disse che aveva una voglia matta di un’esperienza del genere e di sfondare il culo a Pier, di scoparselo con rabbia. Io non fui in grado di rispondere nulla, ormai avevo capito che parlargli della mia storia era stato un errore immenso e mi occorreva del tempo per riflettere sulla sua proposta. Non volevo dividere Pier con nessuno, non avevo voluto farlo quella volta in Spagna anche se poi avevo dovuto cedere e non volevo farlo adesso. Però Andrea era diverso, io a lui ci tenevo e allo stesso tempo non riuscivo mai a fidarmi pienamente del suo silenzio e avevo una grande paura delle sue reazioni vendicative, che comunque finora non c’erano mai stata. Pensai che forse ora dovevo godermi il momento, gli dissi che ci avrei dovuto pensare e lui sembrò soddisfatto anche solo del mio dubbio, probabilmente consapevole del fatto che era già un buon inizio che non mi fossi arrabbiato. Fu lui a sorpresa a inginocchiarsi per primo e mi prese il cazzo in bocca, me lo leccò con cura e poi lo accolse dentro. Stava diventando sempre più bravo a sbocchinare e io apprezzavo sempre di più il suo operato, per cui chiusi gli occhi, rovesciai la testa all’indietro e mi lasciai andare totalmente. Muovevo il bacino verso di lui e mi lasciai andare anche ad un paio di gemiti piuttosto forti, poi scaricai tutto il mio seme nella sua bocca. Andrea sembrava soddisfatto di quanto fatto, si alzò in piedi e mi mise le mani sulle spalle, poi con dolcezza mi spinse verso il basso facendomi inginocchiare di fronte a lui a pochi centimetri dalla sua mazza tesa in verticale verso di me. Assaggiai letteralmente con la lingua la sua cappella, mi inebriava il profumo intenso del suo cazzo e mi faceva impazzire trovarmi ai suoi piedi a sbocchinarlo. Per me era veramente come succhiare un ghiacciolo o roba del genere per quanto lo facevo con voglia e quindi dopo averlo ben perlustrato con la mia lingua, lo serrai tra le mie labbra, stando bene attento a non usare la lingua, e lo feci scivolare all’interno della mia bocca. Iniziai un inibitorio massaggio con la lingua alla sua asta che scorreva decisa e inumidita nella mia bocca e Andrea si rese conto che un’occasione di godere così, in una cabina e da ubriachi, difficilmente ti capita con frequenza, per cui pensò che era il momento di perdere anche lui un po’ del suo rigoroso controllo e lasciarsi andare al godimento. Lo sentì ansimare come non aveva mai fatto, gli sentì esclamare più volte “oh mio Dio” e “sii così”, particolari del tutto inediti per lui. Come invece amava fare, mi fermò la testa e iniziò ad accompagnare il mio movimento, cercando di spingermi sempre più a fondo il suo cazzo. Pensavo stesse per scoppiare un’abbondante sborrata da un momento all’altro e invece dopo alcuni minuti mi fermò e mi ordinò di mettermi contro il muro a novanta. Eseguì il suo ordine, non avevamo molto spazio ma a fatica riuscimmo a trovare la giusta posizione, poi Andrea si accucciò e mi leccò per alcuni secondi il buco del culo, aiutandosi con la lingua e con la saliva ad allargarlo. Quando ritenne, quasi subito a dire il vero, di aver fatto un buon lavoro, mi puntò il cazzo in direzione del buchetto e con un colpo secco mi penetrò. Mi stantuffava come un toro da dietro, reggendosi per i miei fianchi e continuando a lodare la perfezione del mio culo e la vivacità della nostra scopata. Impazzivo a scopare con lui, era una delle pochissime persone con il quale mi trovavo a mio agio nel ruolo passivo. Sentivo le gambe quasi cedermi da tanto mi stava piacendo e un paio di volte mi girai a cercare la sua bocca e lui senza farsi pregare troppo mi schiaffò dentro la sua lingua baciandomi con impulso.si aggrappò improvvisamente con ancor più forza ai miei fianchi e mi scaricò diversi schizzi di sborra nel culo, lasciandosi andare in un intenso rantolo di piacere, poi sembrò quasi crollarmi addosso tanto era stato intenso il suo orgasmo. Sudati, sporchi e sicuramente appagati, decidemmo di rimetterci i costumi e di andarci subito a tuffare in acqua, per un bagno notturno che ora era quanto mai rigenerante. In acqua parlammo della sua proposta, mi disse di pensarci bene perché per lui era un sogno poter fare una simile esperienza e che Pier, anche se per lui era odioso, aveva un fisichetto della madonna e che scoparselo era comunque una cosa unica secondo lui. Io in maniera molto infantile e stupida provai a obiettare secondo il quale aveva messo su qualche chilo e non aveva più il fisico asciutto e delineato di qualche mese prima ma lui non mi prese affatto in considerazione, dicendo con una battuta che ci avrebbe pensato lui a fargli perdere peso scopandoselo a sangue. Dissi ad Andrea di non mettermi fretta, che avrei dovuto studiarla bene e vedere come poter fare e lui affermò che mi sarei potuto prendere tutto il tempo che volevo, basta che alla fine fossi riuscito a farglielo scopare. Con tutti i miei dubbi ma con la bella immagine nella mia mente di Pier scopato da Andrea, tornammo dagli altri per continuare la nostra nottata, facendo ovviamente silenzio su quello che era successo.
Il mattino avevo un evidente sonno, l’ultima parte era stata di una noia infinita e mi ero isolato sul mio asciugamano fingendo di dormire, così da poter pensare bene a quello che mi aveva detto Andrea. Dividere Pier con lui come concetto non mi piaceva proprio ma d’altra parte devo ammettere che il mio cazzo non era rimasto affatto insensibile a quel pensiero e mi trovavo in evidente erezione, coperta solo dallo stare a pancia in sotto sulla sabbia. Intanto sentì il suo di un sms arrivare sul mio cellulare, era Pier “Dove sei?”. Cazzo di domande che fa questo ogni tanto, dove vuole che sia? Lo sa benissimo che sto facendo la nottata con gli amici. Gli risposi “con gli altri…” e lui subito “appena vai via chiamami che andiamo da me a dormire”. E così facemmo, passai a prenderlo in macchina e lo riportai da lui. Aveva casa libera ed era una buona occasione per stare insieme e per capire di persona cosa fare riguardo alla proposta di Andrea. Inutile dirvi che io e Pier facemmo l’amore, sia sotto la doccia, sia in camera sua e fu meraviglioso, non so per quanto andammo avanti ma trascorremmo quasi l’intera mattinata a scopare. Al termine eravamo stralunati dal sonno e dalla fatica ma anche totalmente appagati e Pier era stretto a me in un amorevole abbraccio. Avevo la sua testa sul petto e gliela stavo accarezzando quando pensai che forse era il caso d dirgli di Andrea, a dispetto di quella che sarebbe stata la sua reazione.
- Pier non mi fermare col discorso, ti devo dire una cosa. Lo so che sicuramente non ti piacerà ma tra me e te non ci devono essere segreti. Non te lo dico per rinfacciarti quello che mi hai fatto tu durante la nostra prima storia né cerco giustificazioni, però ho da chiederti una cosa. Ti ricordi quello che abbiamo fatto a Barcellona? Il tuo sogno? (lui annuì con la testa). Vorrei provare a chiederti se ti va di ricambiare, non sei obbligato a farlo ma si è venuta a creare questa possibilità e te la sto proponendo. Hai presente Andrea XXXXX? Il mio amico?
Subito Pier balzò per aria e mi guardò con aria stralunata: “Aspetta Aspetta, quel coglione di merda che manco mi saluta?”. Non aveva tutti i torti obiettivamente, Andrea con lui era sempre stato odioso però non potetti fare altro che annuire.
- Cioè amò fammi capire, tu hai scopato con quello?
- Si ci sto scopando…
- Guarda io non mi arrabbio perché comunque te l’ho fatto prima io come torto e non dico che sia giusto che tu lo rifaccia ma non sono certo io la persona più adatta a farti prediche, anche perché questa volta abbiamo sempre detto che la nostra deve essere una storia aperta. Io sinceramente non ti ho più tradito, il mio orgoglio mi fa stare male per questa cosa però è giusto che tu lo faccia ma con quello stronzo proprio no. Apparte che è brutto, poi lo sai che quando andiamo a giocare a calcetto mi riempie di calci e di parolacce, io non voglio farci niente con quello
- Amore hai ragione, lui con te si comporta male però me lo ha chiesto lui di fare una cosa a tre, ti desidera veramente tanto e forse è per questo che ti ha sempre trattato così. Ti prego almeno pensaci, hai tutte le ragioni per prendertela con me però come dici tu abbiamo una storia aperta e quindi mi piacerebbe che mi capissi e partecipassi insieme a me a questa esperienza. Ti prometto che non ti farà nulla di male, ci sarò io a controllare, sarà bellissimo
- Forse è meglio che ora ci mettiamo a dormire e mi dai un po’ di tempo per assorbire la cosa, io comunque con quello non voglio averci niente a che fare, imparasse prima a salutare le persone e a portare rispetto, poi posso anche pensare di dargli il mio culo, che è tuo.
Poi si girò sul fianco e si mise a dormire. Diciamo che non era andata particolarmente bene ecco. Era già stata un’ottima cosa che non si fosse arrabbiato alla notizia delle mie corna, nel discorso che vi ho chiaramente semplificato e riassunto. Al risveglio non disse nulla al riguardo, facemmo ancora l’amore e passammo tutto il pomeriggio insieme come due fidanzatini a vedere la tv e a coccolarci nel suo salone, poi tornai a casa. La sera mi arrivò un sms di Pier “ei, ci ho pensato…per me va bene ma alle mie condizioni”. Chissà quali sarebbero state queste condizioni, tuttavia mi limitai a dirgli “ok grazie glielo comunico”. Andrea sembrò lieto della notizia, un po’ meno di quando Pier ci disse che comunque avrebbe deciso lui quando.. era giusto dividere il mio Pier con Andrea? CONTINUA
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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